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Parodontite e perdita dei denti: due problemi da non sottovalutare


La malattia parodontale è una patologia cronica del “sistema che tiene attaccati i denti in bocca” caratterizzata da infiammazione gengivale, formazione di tasche parodontali, mobilità dentaria, riassorbimento dell’osso alveolare con perdita, negli stadi più avanzati, degli elementi dentari. La malattia parodontale rappresenta un problema di salute globale che colpisce la maggior parte della popolazione adulta dopo i 35-40 anni di età con effetti gravi anche a livello sistemico.

La prevalenza della malattia parodontale

Studi più recenti hanno evidenziato una modificazione nei tassi di prevalenza con valori di gengivite compresi tra il 40 e il 50% negli adulti. I valori di prevalenza della malattia parodontale nella popolazione italiana sono molto alti (circa 60%). La prevalenza di forme gravi o avanzate è elevata (10-14%) e aumenta drasticamente nelle fasce di età a partire da 35-44 anni.

Come ci si ammala di parodontite? La malattia parodontale inizia con un gengivite in gioventù che, se non curata, degenera, fino ad arrivare alla parodontite progressiva e distruttiva; il primo Consensus dell’European Workshop on Periodontology, infatti, ha stabilito che la parodontite è sempre preceduta dalla gengivite; la prevenzione della gengivite, pertanto, consente un’efficace opera di prevenzione della parodontite. Nel 2013, il 12% delle persone di 14 anni e più ha rinunciato, nei 12 mesi precedenti, a una visita odontoiatrica o a trattamenti per motivi economici. Sul totale di chi rinuncia alle visite, i motivi economici incidono per l’85,2% (Dati ISTAT 2015). Lo svantaggio del Mezzogiorno è molto evidente: solo il 27,7% della popolazione di 3 anni e più ha fatto ricorso alle cure odontoiatriche (rispetto alla media nazionale Del 37,9%; inoltre è più alta la quota di chi rinuncia per motivi economici (14,5% rispetto al 12,0% osservato a livello nazionale). Anche per le visite per prevenzione o per la pulizia dei denti professionale, la quota di persone rilevata nel Meridione (16,1%) è la metà di quella del Nord (30,7%), mentre è doppia rispetto al Nord la percentuale di coloro che non sono mai stati da un dentista (12,1% contro 6,2%).

Questi dati evidenziano un problema gravissimo: evitare di prevenire l’insorgenza della parodontite la quale incomincierà un processo degenerativo non reversibile del “sistema che tiene attaccati i denti in bocca”. È quindi fondamentale che il paziente affetto dalla patologia, previa terapia iniziale o chirurgica, dove necessario, effetti poi una terapia di mantenimento che prevede sedute di igiene professionale almeno una volta ogni tre mesi per evitare insorgenza di recidive.

Che sintomi vengono percepiti dai pazienti? Gli impianti sono la soluzione? Il problema è che i sintomi percepiti dal paziente sono pochi, non a caso la parodontite è definita come il “killer silente” dei denti e quindi non si sente la necessità di andare dal dentista. Purtroppo però l’assenza di sintomatologia non è sempre associata ad assenza di mallatia; A gravità di questo, diverse strutture odontoiatriche suggeriscono ai paziente parodontali di rimuovere tutti gli elementi subito per inserire impianti immediati con protesi fabbricate in meno di 24 ore. Tutto questo senza trattare adeguatamente o eliminare i fattori di rischio che hanno portato all’insorgenza della malattia quali abitudini del paziente, fumo, fattori genetici e familiarità, accumulo di placca e tartaro e ancora piú in generale la modifica dei prorpi stili di vita. Tutto questo avrà e sta avendo delle ripercussioni sui paziente stessi i quali non potendo più sviluppare la parodontite perchè ormai edentuli, svilupperanno una patologia simile, ad eziologia sovrapponibile nota come peri-implantite che attacca i tessuti di sostegno degli impianti con gli stessi effetti devastanti che la parodontite esercita sui denti naturali, riportando il paziente ad una situazione di grave criticità sia per la sua salute orale che sistemica in generale. Rinforziamo quindi il concetto di non abbandonare le visite periodiche, le sedute di igiene professionali e i controlli radiografici perché tutto questo potrebbe prevenire l’insorgenza di gravi malattie con conseguenti grossi disagi per i pazienti.

 

Dott. Luca Gobbato M.S. Prof. a contratto Università degli Studi di Padova, dipartimento di Parodontologia Clinical Instructor, Harvard University School of Dental Medicine, Department of Oral Medicine, Infection & Immunity, Division of Periodontics, Boston, MA USA;

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